Si è conclusa con un mancato accordo la consultazione sindacale sulla cessione di ramo d’azienda delle attività del prodotto Iws all’azienda indiana Hcl. Ibm non ha voluto fornire alcuna garanzia occupazionale rispetto alla cessione di un ramo d’azienda che rappresenta, di fatto, lo smantellamento di una parte molto pregiata del famoso laboratorio di ricerca e sviluppo software di Roma.
Venerdì scorso i lavoratori, riuniti in assemblea con le organizzazioni sindacali, hanno deciso di intensificare la mobilitazione e domani è previsto un ulteriore sciopero di otto ore, oltre al blocco della reperibilità e ad ogni forma di prestazione straordinaria.
“Per la Fiom – dichiara la segretaria nazionale Roberta Turi – è molto grave che l’Ibm abbia ceduto attività di ricerca e sviluppo senza aver dato alcuna garanzia occupazionale né aver fornito certezze sui volumi di lavoro che verranno appaltati ad Hcl, che dovrà continuare a sviluppare un prodotto che anche l’anno scorso ha garantito ad Ibm grandi volumi di fatturato, senza averne l’esclusiva. Questo significa, per l’Ibm, non assumersi alcuna responsabilità rispetto al futuro di 75 lavoratori, contrariamente a quanto avviene di solito con le grandi aziende del settore in occasione di cessioni come questa.”
“La multinazionale statunitense dell’It – continua – ancora una volta si distingue per la sua irresponsabilità sociale, nonostante i suoi buoni rapporti con il Governo, con il quale ha di recente condiviso l’accordo per il riutilizzo di alcuni spazi e di alcune strutture di Expo 2015 a Rho. Se il presidente del Consiglio ha veramente a cuore l’occupazione del paese intervenga sull’Ibm, che continua invece a smantellare occupazione qualificata nel peggiore dei modi.”
“Dopo lo sciopero di domani, 27 luglio, la mobilitazione continuerà con ulteriori iniziative contro l’atteggiamento di Ibm, per continuare a chiedere garanzie occupazionali.”
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 26 luglio 2016