Proteggiamo le persone, non i confini!
Roma, sabato 17 dicembre | ore 14:00 CORTEO
da Piazza della Repubblica a Piazza della Madonna di Loreto
Soggetti PROMOTORI: Baobab Experience, Action Diritti in Movimento, Arci Roma Immigrazione, Associazione culturale “Laura Lombardo Radice”, CGIL di Roma e del Lazio, Roma SocialPride, CSOA La Strada, Studenti Indipendenti – LINK, Miseria Ladra – Gruppo Abele/Libera, Slotmob, Economia e felicità.
Evento Facebook: www.facebook.com/events/1210303015703351
Roma è la prima capitale europea incontrata da chi fugge da luoghi di fame e di guerra. E’ la prima grande metropoli con cui il migrante entra in contatto durante il suo viaggio. Roma dovrebbe essere città multietnica, crocevia di storie e culture, ma questa città è da tempo simbolo di esclusione ed emarginazione. Centinaia sono i migranti abbandonati a loro stessi sui cigli delle strade romane.
Tra questi, anche quelli che Baobab Experience, un gruppo di cittadini volontari, accoglie ogni giorno cercando di garantire loro dignità in condizioni che dignitose non sono: all’addiaccio con soli sacchi a pelo come giaciglio. Nove è il numero degli sgomberi che Baobab Experience ha subito dal 30 settembre, nove le volte in cui i volontari hanno provato ad allestire dei campi informali, in luoghi sempre diversi intorno alla Stazione Tiburtina, da quando la tendopoli di Via Cupa è stata definitivamente sgomberata. Nove le volte in cui si è dovuti ripartire da zero, con vestiti e tende donati dalla cittadinanza distrutti nei furgoni dell’AMA; nove le volte in cui si è andati alla ricerca dei migranti terrorizzati sparsi in giro per la città e in cui si è atteso il ritorno dalla questura di chi è stato identificato innumerevoli volte dal giorno del proprio arrivo in Italia, venendo poi di nuovo gettato in strada.
Ma a fronte di nove sgomberi, sono più di 60.000 i migranti, richiedenti asilo o relocation, e transitanti, passati per l’ACCOGLIENZA INFORMALE di Baobab Experience da giugno 2015.
60.000 tra uomini, donne e bambini a cui sono stati garantiti, con le sole donazioni della CITTADINANZA SOLIDALE, non solo tre pasti al giorno ed un luogo dove dormire che fosse ,per quanto precario, meno pericoloso della solitudine dell’abbandono, ma anche assistenza legale e medica, visite culturali, attività sportive e, soprattutto, UMANITA’; attraverso un’accoglienza basata sulla conoscenza reciproca, sul mutuo riconoscimento tra volontario e migrante di essere pari. Baobab Experience ha garantito e garantisce ogni giorno un’accoglienza diversa dalle storie di non conoscenza dei propri diritti, di malattie e infortuni non curati, che affollano le storie dell’accoglienza nella nostra città. E lo fa in strada, subendo un accanimento istituzionale fatto di sgomberi quotidiani, senza che alcuna soluzione alternativa sia mai stata avanzata dall’Amministrazione romana, nonostante le molte proposte, tavoli, sit-in, appelli.
La mancata accoglienza nella Capitale è una storia che parte da lontano, passando per il sistema di Mafia Capitale, si muove attraverso la colpevole connivenza ed indifferenza delle istituzioni locali nella mala-gestione del fenomeno migratorio ed approda nella miriade di strutture di un sistema di accoglienza frammentato e disomogeneo, con problematiche legate tanto ad una assistenza inefficiente per i migranti quanto a condizioni lavorative non ottimali per gli operatori professionali.
Il Comune di Roma, dalle diverse amministrazioni che si sono succedute fino all’attuale giunta Raggi, ha sempre trattato la questione sociale dei migranti come un mero problema di ordine pubblico: sgomberando gli accampamenti informali e criminalizzando chi tentava di fornire solidarietà e accoglienza. Dallo smantellamento, nel maggio del 2015, dello storico insediamento degli eritrei a Ponte Mammolo passando per le numerose occupazioni abitative (come il Salam Palace) fino ad arrivare alla situazione dei migranti transitanti del Baobab il meccanismo è sempre lo stesso: creare un esercito di “invisibili”, tagliarli fuori dalla società e privarli dei diritti umani fondamentali.
Violazioni sistematiche ed abusi che hanno raggiunto l’apice proprio in questi mesi. Basti ricordare che il 21 settembre la Questura di Roma, in violazione delle norme nazionali ed internazionali, ha predisposto la sospensione delle procedure di asilo, costringendo centinaia di migranti alla strada. Nel contempo, a causa dei criteri restrittivi e discriminatori, lo strumento della relocation stenta a decollare e centinaia sono i richiedenti asilo che si trovano a subire le conseguenze di un sistema inefficiente ed ingiusto. A subire le conseguenze di tutto questo anche tanti minori non accompagnati, che nonostante abbiano il diritto ad ottenere un permesso di soggiorno per minore età, molto spesso si trovano abbandonati a loro stessi e privi di ogni tipo di assistenza.
Sappiamo bene come ciò che si vive a Roma sia in realtà solo lo specchio delle scelte e delle politiche nazionali ed europee sull’immigrazione. E’ sufficiente evidenziare come il governo Renzi per ottenere lievi margini di bilancio dall’Europa abbia strumentalizzato il tema dei migranti, salvo poi lasciare che questi subissero nel nostro Paese ogni genere di abuso: espulsioni illegali e maltrattamenti, torture, incluse scosse elettriche ed umiliazioni sessuali per ottenere le impronte digitali ( come documentato solo poche settimane fa nel rapporto “Hotspot Italia” di Amnesty International, il quale ci palesa una realtà in cui lo “Stato di diritto” sembra non esistere).
Nel frattempo, oltre 16.000 sono i migranti morti dal 2010 nel tentativo di raggiungere le nostre coste, 5.000 solamente dall’inizio del 2016. Numeri che palesano le colpe di un’Europa incapace di garantire i diritti umani fondamentali ma che al contrario spende milioni di euro per tentare di spostare il problema delle migrazioni lontano dai propri occhi ed evitare che i migranti arrivino nei nostri territori, bloccandoli – come in Turchia – in dei lager appositamente creati o addestrando la marina libica per evitare le partenze. Un atteggiamento criminale ed inumano, pagato a caro prezzo in termini di vite umane.
E’ evidente la necessità di porre fine a queste politiche europee, contrapponendo alla violenza delle frontiere una nuova idea di Europa fondata sulla libertà di movimento e l’universalità dei diritti. Le migrazioni sono un fenomeno strutturale che necessita di soluzioni sistematiche capaci di garantire i diritti umani. Per far questo non si può che decidere di aprire dei canali umanitari per fermare le stragi nel Mediterraneo ed il traffico di esseri umani. Per far questo si deve modificare il Regolamento Dublino e garantire a tutti e tutte un’accoglienza degna.
Se il piano europeo e nazionale deve continuare ad essere terreno di lotta e di rivendicazioni, non possiamo però esimerci dal pretendere un cambiamento anche dal punto di vista locale.
Il Comune di Roma ha la competenza sull’accoglienza e non può più permettersi di avere un atteggiamento indifferente. Centinaia di migranti, dopo aver affrontato un viaggio della speranza, trovano ad attenderli solo la strada con l’ulteriore violazione dei i propri diritti. Non possiamo più tollerare che in questa città, uomini, donne e bambini siano costretti a dormire sotto la pioggia nel freddo della stagione autunnale.
Non possiamo più tollerare l’inerzia di una amministrazione “fantasma” che, non assumendosi la responsabilità di trovare soluzioni strutturali e degne, si limita ad accanirsi contro chi cerca di fornire una minima assistenza umana ed informale. Per questo pretendiamo che l’Amministrazione Capitolina istituisca immediatamente:
• Un Centro di Primissima Accoglienza per i migranti;
• Un tavolo permanente di confronto con le diverse realtà che si occupano di accoglienza nella Capitale, al fine di sviluppare un sistema che sia in grado di garantire e promuovere i diritti fondamentali dei migranti.
• Il monitoraggio delle attività dell’ufficio immigrazione della questura, affinché non si verifichino più le violazioni sul diritto alla richiesta di asilo
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