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TAS-I e TELESPAZIO.
LO SPAZIO È POCO SMART
Nella nostra regione il settore spaziale riveste un’importanza strategica, sia dal punto di vista tecnologico che della qualità dell’occupazione. Nel contesto generale di depauperamento industriale che interi settori merceologici hanno vissuto e stanno vivendo, anche in questo momento di grande difficoltà, il settore spaziale ha enormi opportunità e deve essere tutelato e agevolato affinché si abbia una ripresa quanto più veloce possibile.
Sono per questo necessarie politiche mirate, che puntino alla valorizzazione del settore, attraverso l’apertura di tavoli di confronto con le istituzioni regionali e nazionali. Sono strategici, oltre ad investimenti specifici nel settore da aggiungere a quelli nazionali, investimenti nelle infrastrutture, materiali e immateriali, che possano fare della nostra regione un hub integrato che metta insieme tutta la filiera.
Ciò che le imprese devono fare è investire innanzitutto nel capitale umano che rappresenta il vero valore aggiunto in un settore dell’alta tecnologia come quello spaziale. Al centro di questa filiera ci sono le lavoratrici e i lavoratori che, anche in questo momento, stanno dando il loro contributo, con professionalità, dedizione e passione affinché le attività proseguano nel miglior modo possibile.
È necessario incentivare quanto più possibile modalità di lavoro che salvaguardino le necessità produttive delle imprese e che nello stesso tempo diano modo alle lavoratrici e ai lavoratori di gestire la vita quotidiana. Va sicuramente incentivato e aumentato il ricorso al lavoro agile, affinché la tenuta dell’assetto produttivo non si scontri con le necessità delle persone.
Lo smartworking non deve essere visto come un elemento premiale nei confronti dei lavoratori, ma come un’opportunità per entrambe le parti. Nel contesto venutosi a creare con la pandemia da COVID-19, si possono cogliere opportunità per la gestione della prestazione lavorativa, in particolare nelle imprese che operano nel settore spaziale, per definizione votate all’innovazione. Il lavoro agile non può e non deve essere visto come una modalità che genera inefficienze. Se vi sono, queste vanno ricercate nell’organizzazione del lavoro.
Bisogna quindi aprire a soluzioni innovative entro e oltre il contesto emergenziale attuale, con una corretta valorizzazione dell’alto profilo professionale dei lavoratori della filiera e dei quali viene spesso sottovalutata la capacità manageriale (evidentemente vengono considerati impiegati direttivi solo quando si parla di straordinario!).
Lo sforzo che le lavoratrici e i lavoratori stanno mettendo in campo deve essere accompagnato da un’organizzazione del lavoro che, se opportunamente definita, può rappresentare la vera innovazione nell’ambito spaziale.
Nello stesso tempo le attività che devono essere portate avanti all’interno dei siti produttivi, non possono essere svolte in modalità che rompono la possibilità di interazione tra lavoratori che operano in smart working e lavoratori che operano in situ. Anche in questo caso è necessario uno sforzo innovativo nella gestione delle risorse, che devono interagire per portare a casa i risultati eccellenti ai quali l’industria di questo settore con le sue grandi professionalità ci ha abituati.
In breve, la soluzione non può essere l’abbassamento generale del ricorso al lavoro da remoto, così come non può essere l’utilizzo di turni di lavoro che impoveriscono il sistema relazionale tra lavoratori che rappresenta le sinapsi tra cervelli che necessariamente devono lavorare insieme.
La FIOM-CGIL ritiene indispensabile che i tavoli di confronto siano momenti di condivisione e di accordi dove tutte le parti siano soddisfatte, nella consapevolezza che solo attraverso la partecipazione attiva e condivisa di ogni singolo lavoratore, le attività possono riprendere con minor danno possibile e con l’entusiasmo che i lavoratori del settore spaziale mettono in quello che fanno. Questo presuppone un freno a iniziative di fughe in avanti da parte del management, iniziative che sono in contrasto con le legittime esigenze dei lavoratori e che mostrino di non apprezzare appieno la risposta professionalmente ineccepibile degli stessi, pienamente dimostrata in questo difficile frangente.