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Lavoratrici e lavoratori del gruppo TAS in agitazione
L’azienda realizza profitti ma non riconosce neanche i buoni pasto a coloro che li producono
Il Gruppo Tas Spa è un’azienda informatica che produce prevalentemente software per il settore bancario e finanziario. Occupa circa 400 dipendenti e le sedi principali in Italia sono a Bologna, Roma, Milano e Parma.
Per il tipo di mercato nel quale opera, questa azienda dovrebbe essere all’avanguardia dell’impiego della tecnologia e nell’organizzazione del lavoro.
Ciò è vero solo in parte.
L’utilizzo di una infrastruttura tecnologica adeguata ha consentito all’azienda di affrontare la
delicata situazione dovuta alla pandemia senza ricadute negative sulla operatività aziendale,
attraverso la quasi completa remotizzazione dell’attività lavorativa.
Nel corso del 2020, pertanto, il Gruppo TAS non ha subito alcuna situazione di crisi ma, al contrario, ha aumentato redditività e profitti.
Ciò è testimoniato da numerosi comunicati aziendali diffusi sui social network e su riviste specializzate in cui per ogni trimestre venivano riscontrati:
• aumento di tutti gli indicatori finanziari e del 13,9% dell’EBITDA
• risultato netto di periodo al 3° trimestre di 1,5 milioni di euro
con l’attribuzione anche di importanti riconoscimenti come l’inserimento per il 12° anno
consecutivo all’interno dell’ IDC Fintech Rankings.
“Sarebbe stato bello anche per noi, rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo Tas, poter scrivere comunicati altrettanto entusiasta” afferma Massimo Pieri delegato Fiom-Cgil presso la sede di Bologna.
Invece bisogna constatare che, nonostante il proficuo impegno dimostrato nel garantire la normale operatività aziendale, anche in una situazione di forte difficoltà e in un contesto di inedita e completa remotizzazione della attività, nulla è stato riconosciuto.
Al contrario, con la mancata erogazione, almeno dallo scorso aprile, dei buoni pasto, i lavoratori si sono ritrovati a fare i conti con la decurtazione di una parte di reddito reale.
Al momento dell’inasprirsi della crisi sanitaria la delegazione sindacale ha immediatamente riconosciuto nel lavoro da remoto lo strumento più adatto a limitare i rischi da contagio ma
altrettanto prontamente ha richiesto l’avvio di un confronto con l’Azienda per concordare le
modalità e le condizioni per garantire diritti e tutela anche nel lavoro da casa.
Il prolungarsi della crisi sanitaria ha reso ancora più pressante questa necessità e contemporaneamente ha reso evidente come il lavoro agile sarà uno strumento imprescindibile nel futuro.
Con questa urgenza è stata condotta in questi mesi una estenuante trattativa per il miglioramento delle condizioni di lavoro da remoto durante l’emergenza e per un accordo complessivo che regoli il lavoro agile dopo la fine della pandemia.
“Dopo due scioperi, entrambi molto partecipati, il 3 luglio e il 5 novembre 2020 (quest’ultimo collegato anche alla lotta per il rinnovo del Contratto Nazionale) dobbiamo purtroppo constatare che non ci sono ad oggi le condizioni per arrivare ad una sintesi costruttiva con l’Azienda” dichiara Marco delegato Fiom-Cgil nella sede di Roma.
A fronte di un impegno delle Rsu e della Fiom-Cgil di Bologna e Roma ad arrivare ad una soluzione costruttiva ed innovativa, in linea con l’ambizione del Gruppo Tas di posizionarsi nella “fascia alta” del proprio settore di riferimento, l’Azienda ha invece utilizzato questi mesi di confronto in modo sbagliato e a tratti addirittura provocatorio, sminuendo e fingendo di non riconoscere le giuste rivendicazioni normative e economiche che sono state avanzate.
Per non arrivare ad una soluzione si è perfino abbandonata a dichiarazioni in contrasto con la realtà come quando in presenza di un aumento degli utili, come da comunicati aziendali, dichiara una diminuzione di produttività.
Delle due l’una: o la produttività non è diminuita(come dicono tutti, compresi i clienti),oppure i risparmi realizzati sono talmente elevati che pur in presenza di alcune criticità i conti aziendali sono migliorati sensibilmente (e da qui la richiesta di mantenere lo stesso livello economico per i lavoratori).
“In tutti e due casi riteniamo sia una profonda ingiustizia che non tiene conto delle attività gestite con la stessa se non aumentata professionalità dai lavoratori e della necessità di vedere una parte del successo della TAS-Group, distribuita anche a chi tutti i giorni lo costruisce insieme al management” dichiara Guido delegato Fiom-Cgil presso la sede di Parma.
E’ giusto che le lavoratrici e i lavoratori partecipino alla distribuzione della ricchezza che hanno contribuito a creare ed è fondamentale che tutto ciò che, come il lavoro agile, ha avuto ed avrà un impatto importante sulla vita e sul lavoro di milioni di persone venga regolato attraverso la contrattazione con le rappresentanze sindacali.
Per questi motivi, su mandato dell’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo TAS Spa, il coordinamento delle RSU, ha proclamato lo stato di agitazione con il blocco degli straordinari e del lavoro al di fuori del normale orario per tutte le sedi.
Roma, 18 gennaio 2021
Fiom Cgil Bologna Fiom Cgil Roma e Lazio Coordinamento RSU Sede
TAS IN AGITAZIONE 18012021